360

Cattedrale

Anno di costruzione XI secolo

IndirizzoPiazza de Martino

Coordinate40.6294141,16.94130199999995


Chiesa

Cattedrale di Castellaneta
Piazza Federico de Martino

Primo esterno, piazza

La chiesa originale, dedicata al santo patrono san Nicola, fu edificata nella seconda metà dell’XI secolo e ristrutturata più volte nel corso dei secoli. Nel XIV secolo fu riedificata secondo gli stili del romanico pugliese e dedicata a santa Maria Assunta, mentre nel XVII e XVIII secolo in forme barocche cancellando quasi ogni traccia della prima struttura.

L’elegante facciata in pietra calcarea bianca della Cattedrale, eseguita nel 1771 e restaurata nel 2008, ha sostituito ogni traccia delle forme romanico-gotiche che la caratterizzavano in passato e ancora visibili nel campanile sul fianco sinistro e nell’interno a tre navate, in stile neoclassico. Presenta un doppio ordine di trabeazioni coronate da una balaustra e scompartite da lesene binate con capitello composito. Nel primo ordine si trovano il portale principale con timpano arcuato, e due porte minori sormontate da finestre ovali con cornice nella parte superiore e da due anfore in quella inferiore. Ai lati della prima balaustra, completata da due volute laterali con palmette e pigne, si trovano le statue di S. Gennaro e di S. Nicola. Al centro si apre una grande finestra rettangolare sormontata da un frontone curvilineo che ospita un’immagine di San Nicola.
Il secondo ordine termina con una balaustra e le quattro statue delle virtù cardinali, Prudenza, Temperanza, Giustizia e Fortezza.

Secondo esterno, sagrato

Sul portale, abbellito dalla scultura di un ramo di fiori e foglie, è sistemato lo stemma de Vescovo attuale della diocesi, Mons. Claudio Maniago, una stella e una mano alata che impugna il pastorale su sfondo azzurro, con il motto “IN MANUS TUAS”.

Il pronao fu costruito nel 1848, con sette scalini e una balaustra in pietra che funge da sagrato.

Sul lato sinistro della Cattedrale si trova l’antico campanile, di forma quadrata e diviso da una leggera trabeazione: nella parte inferiore si notano cordoni in pietra che danno origine ad archi trilobi e mascheroni animaleschi, mentre nella parte superiore è collocata la cella campanaria.

Primo interno

La Cattedrale ha tre navate terminanti in tre absidi, di cui il centrale a catino. La navata principale è coperta da un prezioso soffitto ligneo decorato ed è separata dalle due laterali da colonne binate in stucco lucido marmorizzato con capitelli compositi che sorreggono cinque finestre per lato. La stessa partitura, con semicolonne addossate ai muri di contorno, è ripetuta nelle navate laterali, voltate a botte.

All’ingresso è collocata una coppia di acquasantiere di gusto neoclassico risalenti al 1846, in marmo bianco scolpito con base circolare poggiante su un prisma ottagonale e peducci a forma di biglie. Sul fusto si trova lo stemma del Vescovo Monsignor Lepore, il committente.

Secondo interno

Il soffitto, attribuito al pittore Giuseppe Porta di Molfetta (1693 – 1749) e realizzato tra il 1733 e il 1739, fu fatto realizzare nel 1739 da Mons. Filo, come testimonia l’iscrizione sull’arco del presbiterio: “TEMPLUM HOC / MAXENTIUS FILO CASTELL. EPCUS / CONTIGNATIONE ORNANDUM / EUMDEMQUE INAURANDUM / ET SACRIS IMAGINIBUS DIPINGENDUM / CURAVIT / A.D. MDCCXXXIX”. E’ dipinto su un tavolato continuo ed è diviso in tre grandi riquadri e undici scomparti, che ospitano le quattro Virtù cardinali e i quattro Evangelisti.

Sul primo scomparto “S. Nicola che libera Diodato al banchetto del Sire Agareno”, in cui S. Nicola, tra nubi di angeli e puttini, solleva con la mano sinistra il pastorale e con la destra per i capelli Diodato; in basso sono posti il sire Agareno e gli altri convitati.

Nello scomparto centrale troviamo “l’Incoronazione della Vergine Assunta” sorretta da angeli: in basso gli apostoli stupiti e in alto la SS.ma Trinità, con la colomba raggiata a raffigurare lo Spirito Santo. Il Padre e il Figlio sono seduti tra le nuvole e quest’ultimo regge tra le mani la corona da porre sul capo della madre.

Terzo interno

A destra si trova il pulpito realizzato da Carmelo De Angelis nel 1780 in legno di noce intagliato e intarsiato, con un baldacchino a frange con al centro una colomba dorata. La scala in ferro battuto è stata realizzata nel 1910 da Domenico Miraglia su committenza di Monsignor De Martino.

A sinistra del portale, una lapide del 1848 ricorda l’impegno e la generosità del Vescovo Mons. Lepore, a cui si devono la struttura e gli arredi attuali. Sotto lo stemma si legge: “DOM / DOMINE PETRO LEPORE/PATRITIO TRANENSI/PRAESULI DIOECESIS CASTELLANETEN MUNIFICENTISSIMO/QUOD SEMINARIUM EREXERIT SINODUM HABUERIT/AERE INSUPER SUO/ ECCLESIAM HANC PAVIMENTO EXQUADRATIS TESSERIS LATERITIO OPERE/ EXORNAVERIT/ POSITIS MARMOREIS CONCHIS DUOBUS ET CATHEDRIS POENITENTIALIBUS/ GRADIBUS ETIAM AD THRONUM SUUM MARMOREIS/BAPTISTERIUM VERO FERREIS CANCELLIS MUNIVERIT/SACRARIUM OMNI PONTIFICALI APPARATO INSTRUXERIT/PRONAUM SATIS LAXUM AEDI DEDERIT/ TEMPLUM ET ALTARIA ADDITIS IN PERPETUUM XL DIERUM INDULGENTIIS/DIE SECUNDA MENSIS APRILIS ANNI 1848 SOLEMNI RITO DEDICAVERIT/OB SINGULARIA TANTI ANTISTITIS MERITA / ERECTUS EST HIC LAPIS / GRATI OMNIUM ANIMI PERENNE MONUMENTUM/A.R.S. MDCCCXLVIII”.

Quarto interno

Su due piedistalli, ai lati della scalinata che porta al presbiterio, si trovano due statue in pietra rivestite in stucco bianco lucidato dei santi Pietro e Paolo, risalenti alla prima metà del secolo XVI e attribuite a Stefano da Putignano. Entrambe sono rappresentate nell’atto di leggere un libro, ma S. Pietro, barba corta e pochi capelli, regge nella destra due chiavi mentre S. Paolo, capelli e barba lunghi, regge con la mano sinistra una spada.

Nell’ultimo scomparto del soffitto “La caduta degli angeli ribelli”: nella parte superiore l’Arcangelo Michele impugna con la mano destra una spada e indica con l’altra l’iscrizione sullo scudo retto da angeli, mentre in basso gli angeli ribelli precipitano fuori dalla grazia di Dio.

Quinto interno

Sei gradini arcuati con una elegante balaustra di marmo policromo conducono al presbiterio, dove si trovano il coro con sedili lignei e l’altare maggiore.

Il pavimento della Cattedrale è in marmo bianco e grigio. Al termine della navata, davanti alla scalinata di accesso al presbiterio, si trova lo stemma marmoreo del Vescovo Mons. Bacile con la scritta “MARMOREUM HOC PAVIMENTUM / A.D. MDCCCLXXXV STRUCTUM EST / D.D. CAIETANO BACILE EPO CASTAN. / ET ARCHID. F.P. MALDARIZZI ECCL. OEC. / CURANTIBUS”.

Di fronte all’altare un’altra targa, a ricordo della sistemazione del presbiterio voluta dal vescovo Leonardo Vitetta (1764-1778).
Dalla porta a sinistra si accede alla sacrestia.

Sesto interno

Ai lati dell’altare maggiore si trova il coro, costituito da un doppio ordine di sedili in legno intagliato separati da semicolonne con capitello ionico.

A destra il seggio episcopale presenta sulla spalliera tre fregi, tra cui lo stemma del committente, il Vescovo Monsignor de Mattheis in alto, (bipartito con un braccio armato di spada contro il serpente e tre stelle, con nella parte inferiore un cane su un ponte), e uno al centro raffigurante un’aquila coronata. A sinistra un seggio più moderno e in legno di noce lucidato con doppie colonne lignee e capitello corinzio, con sullo schienale lo stemma di Mons. Maniago (Su sfondo azzurro una stella e una mano alata che impugna il pastorale, con il motto “IN MANUS TUAS”), attuale Vescovo della diocesi, e sulla sommità lo stemma del committente Mons. Potenza con il motto “TAMQUAM TURRIS FORTITUDINIS”.

Settimo interno

Il presbiterio, coperto da una cupola cieca decorata a spicchi con rosone centrale, palmette, motivi vegetali e raccordata da quattro pennacchi, è arricchito da tarsie marmoree e da un arco trionfale e terminante su peducci a forma di teste d’angelo in marmo bianco con capitello corinzio.

In alto ai lati del coro si trovano due palchi con l’organo a tre partite con nove canne ciascuno, di gusto rococò.

I due grandi dipinti contrapposti sono a sinistra “I Filistei restituiscono l’Arca al popolo eletto” e a destra “Davide che danza davanti all’Arca” di Domenico Carella, rispettivamente del 1802 e 1801.

In fondo al presbiterio si trova l’altare maggiore in marmi policromi, costruito nel 1772. Caratteristici il paliotto, con due angeli in rilievo, le volute di capoaltare con angeli reggifiaccola e il ciborio, coronato da tre teste d’angelo di scuola napoletana. Dietro l’altare si trovano un dipinto raffigurante S. Maria Assunta, a sinistra un S. Gennaro Vescovo con tre angeli a reggere il pastorale, le ampolline e la palma dei martirio, risalente alla fine del XVIII secolo, e a destra “S. Nicola che resuscita i fanciulli”, dello stesso periodo.

L’abside è coperto da un semicatino decorato a cassettoni costruito attorno alla finestra ovale centrale.

Navata destra, primo altare

Nella navata destra sono presenti cinque altari, risalenti tutti a partire dal XIX secolo. Il primo è dedicato a S. Francesco Saverio, “a dev. del Sac. Pellegrino Giovanni A.D. 1936”.

Secondo altare

Altare a marmi policromi intarsiati di Maria SS.ma Addolorata, realizzato nel 1893. Particolari le volute di capoaltare, il ciborio con il bassorilievo della colomba e l’urna con croce sul paliotto. A incorniciare la nicchia paraste marmoree con capitello corinzio e un rosone con l’immagine della Madonna col Bambino sul frontone.

Terzo altare

Altare di S. Francesco di Paola a tarsie marmoree. Costruito nel 1888, culmina in un timpano triangolare dove sono inseriti la colomba dello Spirito Santo e due angeli.

Quarto altare

Altare dedicato a S. Rocco.

Quinto altare

In marmo intarsiato, rinnovato nel 1857, è dedicato all’Immacolata Concezione. A sinistra dell’altare si trova lo stemma del Vescovo Mons. D’Avanzo e a destra una lapide con la seguente iscrizione: “A.X.O / ALTARE HOC DE MARMORE VARIO / BARTHOLOMEUS D’AVANZO / EPUS CASTELLEN / DOMIN. I ADV. AN. MDCCCLVII / D.D.D. / IN LAUDEM AC HONOREM / MARIAE DOMINAE NOSTRAE / PETRO PER PIUUM IX / DIE VIII XBRIS MDCCCLIV / IAM LOQUUTO / SINE LABE ORIGINALI CONCEPTAE / CUIUS SIMULACRUM PRAETIOSA CORONA ORNATUM / NEAPOLI PARITER AFFABRE SCULPTUM / ECCLESIAE SUAE CATHEDRALI / RITE COLENDUM LARGITUR / FILIUS ATQUE DEIPARA / PRO PASTORE ET GREGE / INTERPELLENT”, a ricordo della proclamazione del Dogma della Immacolata Concezione l’8 dicembre 1854.

Cappella destra

La cappella di S. Nicola, eretta dalla Confraternita del Sacramento nel 1619 grazie a una donazione del nobile Nicolò D’Ancher, ha volta a botte, è decorata da stucchi e illuminata da una finestra circolare frontale.

L’altare, in marmo policromo, è stato creato dagli artisti napoletani Carlo e Vincenzo Ferrara nel 1777. Ai lati è ripetuto lo stemma di Mons. Vitetta ed è sormontato dalla nicchia con la statua a mezzo busto in argento del santo, eseguita nel 1756 su commissione di Mons. Filo.

Al centro della cappella, sul pavimento, una lapide a indicare il sepolcro dei vescovi: “SEPULCRUM ANTISTITUM / CASTANENSIUM / A.D. MDCCCLXXV”.

Sul muro a sinistra una lapide commemorativa del nono centenario della diocesi e i dieci lustri del primo congresso eucaristico diocesano (A.D. MCMLXXXVIII).

Navata sinistra, cappella della SS.ma Trinità

La cappella della SS.ma Trinità, fondata nel XVI secolo e ristrutturata nel Settecento, ha un pavimento marmoreo ad ottagoni rinnovato nel 1962 nel quale è inserita la lapide del sepolcro del Capitolo con lo stemma e la dicitura: OSSA HAEC UNIVERSA / DOMUS ISRAEL EST / EZECH. XXXVII XI / A.D. MDCCLXXVIII.

L’altare marmoreo è opera dei napoletani Carlo e Vincenzo Ferrara e risale al 1777, come quello della cappella di San Nicola. Ai due lati si trova lo stemma marmoreo della Confraternita del Sacramento. L’antica decorazione in legno intagliato e dorato, di reminiscenze tardo-cinquecentesche, presenta due colonne a motivi vegetali per lato e due nicchie contenenti a sinistra una statua di S. Giovanni Battista e a destra di S. Leonardo, mentre in alto sono poste altre due piccole nicchie che ospitano S. Giuseppe e S. Anna. Al centro il dipinto della SS. Trinità, risalente alla seconda metà del XVIII secolo.

Sul lato sinistro è murata una lapide, “GREGORIUS EPS. SERVUS SERVORU DEI” che ricorda come l’altare fu dichiarato privilegiato nel 1581.

Sacrestia, primo ambiente

In un ambiente antistante la sacrestia sono conservate alcune delle statue dei Misteri portate in processione il Venerdì Santo e sulle pareti due dipinti, a destra “S. Nicola schiaffeggia Ario al Concilio di Nicea” e a sinistra “S. Nicola consacra il bosco pagano”, commissionati dalla Confraternita del Sacramento per la cappella di S. Nicola e risalenti alla seconda metà del XVII secolo.

Sacrestia

La sacrestia ha una volta articolata e decorata con fasce di stucco e presenta un’abside circolare coperta da un semicatino decorato a cassettoni. L’altare è in tufo ed è circondato da nicchie contenenti reliquie dalla chiesa di S. Domenico.

Sulla parete di destra un grande dipinto di Domenico Carella del 1801, raffigurante la Madonna con Bambino e Santi nell’atto di porgere il giglio a S. Filippo Neri.

Sul retro della sacrestia si affaccia un antico balcone da dove è possibile ammirare lo spettacolo della sottostante gravina, qui profonda circa 150 metri.

Navata sinistra, esterno davanti alla prima cappella.

Nella navata di sinistra, prima della sacrestia e dove un tempo la chiesa confinava con un cimitero, si trovano tre cappelle aggiunte nel corso dei secoli. La prima cappella è dedicata a Maria SS.ma Consolatrice.

Interno prima cappella sinistra

Edificata nel 1643 e più volte ristrutturata nel corso del XVIII e XIX secolo, nel pavimento a riquadri in marmo è inserita la lapide “A DEVOZIONE DELLA CONFRATERNITA DEL SACRAMENTO A.D. 1929”.

La volta è a botte, con archetti e peducci pensili, mentre il presbiterio è coperto da una cupola con lanternino cieco raccordata da quattro pennacchi. La nicchia sull’altare, risalente al XVIII secolo, è incorniciata da volute in pietra calcarea e dal fastigio della corona retta da due angeli. Due colonne corinzie sostengono il timpano spezzato curvilineo, con al centro un bassorilievo a stucco rappresentante lo Spirito Santo con teste di angeli.

La nicchia ospita una statua lignea di S. Maria Consolatrice eseguita fra il 1643 ed il 1668. La Vergine regge con la mano sinistra il Bambino e indossa una tunica azzurra ricamata con motivi vegetali in oro, un mantello bianco e una corona di argento.

Mediante una scala a chiocciola in muratura, da questa cappella è possibile accedere alla cella campanaria.

Esterno seconda cappella sinistra

La cappella centrale è dedicata al Sacramento, un tempo onorato sull’altare maggiore.

Interno seconda cappella

La seconda cappella è dedicata al SS.mo Sacramento. Edificata nel 1538, fu ristrutturata nel XVIII secolo e consacrata nel 1758. Ha un pavimento in marmo a ottagoni con la dedica “DOM / QUISQUIS ES / SISTE / SODALIBUS ALIISQUE / HIC QUIESCENTIBUS / AETERNAM PRECARE / REQUIEM / ABI / A.D. MDCCLXXXIX”, volta a crociera e, sul presbiterio definito da una balaustra marmorea, una pseudo cupola raccordata con quattro pennacchi.

L’altare, in marmi policromi scolpiti e intarsiati, è preceduto da una balaustra marmorea identica a quella nella navata centrale ed è stato costruito nel 1758 ad opera della confraternita del Sacramento. Il paliotto è delimitato da pilastrini con volute a reggere la mensa, mentre il ciborio è sormontato da volute simmetriche e capialtare con testine alate. Il baldacchino è composto da colonnine di marmo verde con capitello corinzio e timpano spezzato e due puttini di marmo inginocchiati sul basamento che ospita l’ostensorio.

Sulla parete di fondo la decorazione riprende il motivo del baldacchino, con paraste terminanti in testine alate e il timpano mistilineo superiore a inquadrare il bassorilievo del Padreterno.

La lapide recita: “DOM / AC. S. CAIET. THI. DICATUM / SEPTIMO IDUS MENS. SEXTILIS / ALTARE HOC / SACRATISSIMI CORPORIS CHRIST. /NOMINE INCAENIATUM / ILL.MUS AC REV.MUS D. MAXENTIUS FILO / CASTELLANETEN. EPISC. / SOLEMNI RITU CONSECRAVIT / SS.MI MODESTIS ET GRATI RELIQ. / ADPOSUIT / A.R.S. / MDCCLVIII / PRAESULATUS SUI / XXV”, in occasione della consacrazione dell’altare nel 1758.

A sinistra l’olio su tela di Domenico Carella “Nozze di Canaan”, 1797. Vicino l’altare, a sinistra, “Ultima cena”, olio su tela del 1836 di fra Salvatore Galassio da Massafra.

A destra “Sacrificio di Isacco” di Domenico Carella, olio su tela di fine XVIII secolo. A destra vicino l’altare “Comunione di S. Pietro”, olio su tela di Domenico Carella, 1796.

A sinistra dell’ingresso una lapide ricorda un restauro del 1935 finanziato con le oblazioni dei fedeli.

Terza cappella, esterno

La terza cappella è dedicata al SS. Crocifisso.

Terza cappella, interno               

La cappella ha copertura a botte con catino centrale decorato a spicchi e rialzato su un tamburo.

L’altare in marmo policromo è sormontato da un ciborio con colomba e due teste di angeli. Nella nicchia due statue raffiguranti la Vergine e San Giovanni Battista e un Crocifisso eseguito nel 1492 da un ignoto artista napoletano.

A sinistra “Gesù che cade sotto la Croce”, olio su tela, prima metà del secolo XIX.
A destra “La Pietà”, commissionata nel 1834 dai coniugi Francesco Morea e Cristina Sanseverino. Nei quattro tondi, eseguiti tra il 1828 e il 1836, alcune scene della passione di Cristo: la Flagellazione, la Deposizione dalla Croce, Cristo in preghiera nell’orto e Cristo coronato di spine.

Campanile

La cella campanaria, coperta a botte, è illuminata da bifore ripartite da colonnine in pietra con capitelli ornati da motivi vegetali. Ospita quattro campane di cui due grandi a cura di Monsignor Positano, 1877, e Monsignor De Nittis, 1905, fuse da Giuseppe Olita da Lecce. Le due piccole, aggiunte nel 1959 e 1975, sono a cura di Don Luigi Gozzi e sono opera della fonderia Giustozzi di Trani.

Tetto

La Cattedrale di Castellaneta, intitolata a S. Maria Assunta e prima a S. Nicola, sorge sul ciglio della Gravina grande nel punto più elevato del centro storico. Con le sue line inconfondibili e visibili da ogni punto della città è un vero e proprio gioiello del romanico pugliese tipico e della storia, dell’arte e della devozione cittadina. La struttura della chiesa originale, costruita con l’istituzione della sede vescovile negli ultimi decenni dell’anno Mille, è quasi del tutto scomparsa; si pensa che avesse orientamento perpendicolare a quella odierna e ingresso in via Muricello, una stradina laterale.

Ultimi tour aggiunti

1